Argomenti del Blog
- Delegare (1)
- Essere Leader in Tailandia (2)
- Fattore Tempo (1)
- La Lingua (1)
- Ottenere risultati in Tailandia (7)
- sistema educativo (1)
- spirito d'iniziativa (3)
- Tailandia (2)
30 giugno 2009
20 giugno 2009
Il modo di pensare tailandese
Molti europei hanno osservato nei confronti dei tailandesi una scarsezza di pensiero analitico (chiamato da molti anche "senso comune"). Una societa' cresciuta in un sistema gerarchico e' scoraggiata a porsi delle domande come: perche' stiamo facendo questo? Perche' non farlo? Perche' loro sono ricchi e io no? perche' non facciamo questo lavoro in un modo differente? Ecc...
In un sistema agricolo dove le cose non cambiano da anno all'altro, dove molti eventi della vita tendono ad essere statici (non mutabili), a non essere prevedibili o in altri casi in cui gli eventi non sono principalmente influenzabili dall'uomo. Questo genera un'attitudine a prendere la vita per come viene facendo le cose per come sono sempre state fatte. Chiaramente farsi tante domande risulta irrilevante per i risultati.
Gli occidentali credono che un sistematico pensamento analitico porta a chiarire quale azione intraprendere per raggiungere l'obiettivo. Infatti se non si riesce ad individuare la domanda che ci porta al problema principale, come possiamo pensare di trovare l'iniziativa che porti alla soluzione?
Il sistema educativo tailandese e' tradizionalmente focalizzato sul "copiare". Molti studenti infatti per poter rispondere a delle domande, si aspettano di leggere il testo e trovarne esattamente la risposta, senza effettuare nessuna analisi e comprensione del testo. Molti insegnanti alle primarie e secondarie fanno preparare le risposte al test 1-2 giorni prima e durante il test. Anche li, il fatto che lo studente non passi gli esami mette il professore in cattiva luce con la famiglia che di conseguenza si ripercuote sul direttore della scuola, quindi preparare gli studenti con i risultati in anticipo e' un buon modo per evitare problemi.
E' molto interessante come questa capacita' di copiare ha portato, alla creazione di molte aziende industriali che hanno imitato la produzione di determinati prodotti e servizi.
Attualmente sono molto poche le scuole che si sono staccate dalla teoria del "copiare" per cercare un approccio piu' indipendente. Chiaramente le scuole internazionali hanno un approccio completamente occidentale che portano il tailandese ad avere un approccio diverso da quello tradizionale.
Nell'area delle relazioni umane i tailandesi hanno sviluppato capacita' il pensamento analitico molto piu' di altri paesi, il problema di fondo e' quello di applicare il pensamento analitico ai problemi industriali.
In tutto questo, la chiave per lo sviluppo del successo del subordinato tailandese sta nel proprio capo: infatti come detto in precendenza, il capo e' colui che deve incoraggiarli a prendere iniziative, a dare una chiara direzione, linee guida, coaching e formazione in modo da portarli ad alte performance che a sua volta portera' al successo della loro carriera (beneficiando il capo e l'azienda stessa).
Mancanza d'iniziativa
La cultura tailandese non incoraggia tutte le persone dell'organizzazione a provare, a commettere errori, a prendere iniziativa. Infatti vengono incoraggiati solo i pochi manager che stanno all'apice della struttura.
Questo spiega perfettamente il caso dell'aspettiva del subordinato nei confronti del proprio capo a prendere l'iniziativa, a prendere le decisioni e a prendersi le responsabilita' in caso le cose non vanno come ci si aspetta. Infatti attraverso questa struttura comunicativa "Top-Down" (dall'alto verso il basso) prendere l'iniziativa e presentare proposte e' compito del capo. Cio' non significa che il capo che incoraggia i giovani ad emergere facendo proporre nuove idee, e' un capo che non avra' successo, pero questo sicuramente portera' via del tempo. La prima cosa che i tailandesi subordinati assumono e' che prendere responsabilita' e' lo scopo primario del proprio capo (questo e' l'assioma di base).
Altro fattore che influisce sulla mancanza d'iniziativa sono i colleghi di lavoro. Infatti molto spesso per esempio, capita' che un subordinato che parla perfettamente inglese, lo nasconda, non mostrando la sua bravura (volontariamente) di fronte ai propri colleghi (il cui inglese non e' cosi buono) oppure il caso di un altro che pur avendo una buona idea, si trattiene dal proporla in modo da non apparire una persona che vuole stare al centro dell'attenzione, mettendo gli altri ad un gradino piu' basso, o rischiando di fare una brutta figura di fronte agli altri.
2 sono i modi per poter ovviare a questo fattore:
- Incoraggiare i propri subordinati a condividere le proprie idee senza nessuna paura di essere presi per ridicoli dai superiori.
- Inziare un programma di Coaching volto migliorare la fiducia in se stessi, pur essendo questa una cosa abbastanza ambiziosa, considerando che un manager straniero normalmente viene sommerso da miriadi di attivita' da portare avanti. Pero Coaching personale e' un fortissimo fattore di motivazione per il personale.
Spirito d'iniziativa tailandese
Voglio raccontare una storia che un po' descrive lo spirito d'iniziativa tailandese capitata qualche tempo fa' ad un manager straniero con i propri subordinati:
Ho mandato alcuni dei miei subordinati ad un corso di PC allo scopo di migliorare le loro capacita' IT. Alla fine del corso gli affidai il compito di creare uno "scheduling di progetto", loro mi guardarono con lo sguardo perso nel vuoto, come per dire: ma di che cosa stai parlando?
Loro non avevano imparato l'applicazione della teoria e strumenti appresi al corso, al lavoro giornaliero. Infatti durante il corso la loro reazione fu quella di ascoltare tutto cio' che veniva detto dall'insegnante pero senza far nessuna domanda che li potesse aiutare nel lavoro attraverso quella tecnologia. La mia reazione fu quella di rimandarli a scuola dalla lezione 1-10 fino a che non mi avessero portato il lavoro che gli avevo richiesto. Cercai di imprimere nel loro approccio il fatto di dire: "ok se non so come si fa' trovero il modo, chiedero' all'insegnante, provero a casa da me, ecc... Pero' alla fine di tutto i risultati non cambiarono, proprio perche' mancava in loro quello spirito d'iniziativa che porta al maggior apprendimento.
Direttore generale australiano, Azienda di Comunicazione.
Delega & Responsabilita'
Come visto nei precedenti post, nelle tipiche aziende tailandesi i "capi di famiglia" operano secondo il concetto di Phradet (Autoritarismo). In Tailandia e' comune trovare nelle aziende un diverso livello sociale ed educativo nei suoi dipendenti che genera una certa avversione alla fiducia nei confronti dei manager ai propri subordinati. Inoltre molti Manager tailandesi (specialmente di origine cinese)non favoriscono la condivisione dell'informazione con i propri subordinati non coinvolgendoli nel processo di "decision making" (prendere le decisioni).
La cultura di lavoro tailandese non e' una cultura individualista come in Europa ma gruppale, infatti le responsabilita' vengono assegnate a livello di gruppo in modo da essere condivise. Se invece si da responsabilita' individuali molto probabilmente quell'individuo lasciera' il team.
Il subordinato tailandese pensa in questo modo: dopo aver ricevuto un assegnamento d'attivita', normalmente non sente la piena responsabilita' del buon esito di essa. Infatti, siccome il ruolo del capo e' quello di saper tutto cio' che succede senza che nessun lo comunichi, in quanto il subordinato ha eseguito alla lettera gli ordini del capo se poi i risultati del lavoro non sono quelli aspettati allora e' colpa del capo perche' non ha saputo delegare in modo corretto.
Dare sempre on occhiata alle cose: Alcuni hanno chiamato questo modo di delegare "micro managing" altri delega da parte del subordinato. In ogni caso, i risultati sono che in Tailandia delegare e' possibile pero comporta un aumento del carico di lavoro per il manager.
Infatti il manager straniero, essendo stato assegnato come generale (che fissa politiche, direzioni e obiettivi generali) il quale delega al capitano (che deve occuparsi dell'implementazione sul campo), in Tailandia deve coprire entrambi i ruoli per poter aver successo.
Il peso della responsabilita': il subordinato tailandese soffre moltissimo sul fatto di dover avere delle responsabilita' grandi, decidere cambiamenti, pur avendo le conoscenze per farlo, anche se necessari. Loro tenderanno sempre a "passare la palla" al proprio capo. Questo richiama il concetto illustrato in precedenza sulla visione di struttura organizzativa in un'impresa tailandese dove il capo d'esperienza e' colui che prende le decisioni importanti e per il resto i suoi subordinati risponderanno agli ordini ma non alla responsabilita' dei risultati.
19 giugno 2009
SENSO D'URGENZA E RISPETTO DELLE SCADENZE
Ricordo ancora come se fosse oggi, quando iniziai a lavorare in Tailandia uno dei fattori che mi shockarono fu proprio la loro percezione del tempo. Ricordo lavorando in altri paesi, quando il mio capo assegnava dei lavori c'erano alcuni che dovevano essere compiuti alla fine della giornata, altri alla fine della settimana e cosi via. Chiaramente nel caso in cui alcuni di essi non venivano compiuti secondo le scadenze bisognava dare appropriate motivazioni. Bene in Tailandia questo viene concepito in modo diverso, la maggior parte delle volte le scadenze non vengono rispettate per niente.
I tailandesi certe volte non percepiscono l'importanza di certe singole attivita' connesse al raggiungimento di obiettivi di lungo periodo, inoltre non considerano nemmeno il fatto che il futuro possa essere cosi prevedibile. Questo deriva da una societa' che si e' sviluppata nel settore agricolo per centinaia di anni e adesso si scontra con il sistematico e pianificato mondo industriale. Cio' spiega il loro scarso entusiasmo in tutte le attivita' di pianificazione e controllo. E la prassi e' che i progretti tendono ad essere completati sempre all'ultimo momento; alla fine di cio' e' meritato, per loro, un po' di relax per recuperare l'eccessivo sforzo.
Fissare gli obiettivi e scadenze: nel fissare obiettivi e scadenze la tecnica del "pull" (Tirare), invece che del "push" (spingere), e' preferita dai tailandesi. Infatti il manager una volta individuati gli obiettivi, invece che imporli direttamente, chiede loro in un determinato modo (chiaramente che porti loro alla risposta gia' voluta) dando loro alcune opzioni di scelta (limitate). Diciamo che i tailandesi preferiscono sempre un certo aiuto nel fissare gli obiettivi.
Il senso d'urgenza: questo punto e' qualcosa che puo' risultare, per un europeo, molto frustrante.
Ricordo il mio capo esercivatava una forte pressione su di me per il completamento di un certo progetto, chiaramente a me era affidato il lavoro di coordinare i diversi reparti (tailandesi) per il completamento ad una certa scadenza. E' stato molto difficile specialmente all'inizio quando cercavo di dare degli ordini con una certa urgenza e cio' che ricevevo in cambio era niente. Dopo un po', capi che il modo migliore era quello di creare una certa relazione personale di favore con loro. Infatti una volta individuato in cosa potevo aiutarli, iniziarono a sciogliersi e a darmi quei risultati aspettati, chiaramente dovevo seguirli in modo costante per far si d'avere tutto cio' che era necessario, ripetendo loro i benefici del completamento di quell'azione.
Fondamentale era il fatto di prendersi un po' piu di tempo all'inizio per spiegare loro le ragioni di quell'attivita' quali effetti negativi potrebbe cause il non compimento a determinate scadenze. Dopo di che' seguire e ripetere loro questi punti fino alla fine del progetto. Il fattore "individuo" e' molto importante per i tailandesi, infatti avendo una buona relazione con loro, essi faranno di tutto per aiutarmi a non aver problemi con il mio capo. E sempre importante mantenere un approccio d'aiuto e supporto con loro per agevolare i risultati.
14 giugno 2009
Motivare i Tailandesi
Motivare il proprio team tailandese e' una questione molto delicata, per il semplice fatto di generalizzare qualcosa cosi personale. Per esempio, il denaro potrebbe essere uno dei fattori di motivazione che spingono un neo-laureato, ma questo potrebbe non essere cosi efficace nei confronti di un Direttore Esecutivo o per una persona che arriva da una famiglia ricca. Infatti il denaro non e' l'unico fattore di motivazione per un tailandese.
Consideriamo infatti come fattori chiave per la motivazione al lavoro per un tailandese i seguenti: Denaro, sicurezza, immagine dell'azienda, prestigio personale e ambiente di lavoro.
1. DENARO
il denaro rimane un elemento essenziale per la motivazione del personale tailandese, specialmente neo-laureati a partire da 25 anni. I giovani laureati infatti sanno benissimo che il mercato non ha ancora raggiunto livelli di saturazione su molte specifiche posizioni, per cui sono a conoscenza del fatto che l'azienda e' interessata al loro inserimento per poter sviluppare le loro competenze. In ogni caso, una volta aver raggiunto 2-3 anni di esperienza i giovani si ri-propongono sul mercato a dei salari doppi o tripli di quelli iniziali.
Per evitare questo fenomeno e' consigliabile ancorare una certa percentuale di rivalutazione dei salari anno per anno, in modo stare in linea con i salari di mercato, per evitare perdite di know-how inutili.
Per esempio, ricordo che nell'azienda dove lavoravo il tasso di rotazione del personale era del 25% annuo, questo era spiegato dal fatto che il 75% del personale era personale giovane al di sotto dei 30 anni all'interno del quale il 50% provenivano dall'universita'. La maggior parte di loro rimanevano non piu di 6 mesi, perche alla fine del periodo di prova non vedevano nessuno stimolo, da parte dell'azienda, in termini di aumento di salario. In ogni caso quei 6 mesi erano piu' che sufficienti per riproporsi sul mercato ad un salario superiore (+ 20-30%).
2. SICUREZZA
il concetto di sicurezza in questo frangente e' riferito alla fiducia, rispetto e fedelta' che il subordinato ha per il proprio capo. Infatti secondo gli schemi del concetto di "capo tailandese" il capo e' colui che protegge i propri subordinati (come un "padre di famiglia").
E' comune che quando un capo di dipartimento da' le dimissioni, lo zoccolo duro del proprio team lo segue a ruota. Questo fattore di fedelta', rispetto e fiducia e' molto piu' importante del denaro e di altri benefici che il subordinato puo' avere nell'azienda.
Questa obbligazione esistente tra capo-subordinato e’ reciproca, infatti questa genera la sicurezza da parte del subordinato che il proprio capo non lo tradira’ mai, fino a che non cessa d’esistere questa obbligazione.
La creazione di questa obbligazione capo-subordinato puo dare ottimi risultati a lungo termine, considerando anche il fatto che l'azienda deve prendere piu' in considerazione il fattore "senilita' ", infatti nella cultura tailandese una persona che ha lavorato per molti anni nella stessa azienda dovrebbe essere considerato un dipendente consolidato.
3. IMMAGINE AZIENDALE
Dipendenti a tutti i livelli, sono sensibili all'apparente ricchezza dell'azienda e alle sue prospettive future di prospero. Infatti quando scelgono un azienda, questa e' considerata come la loro famiglia. Per cui essi vogliono sentir parlare dei punti di forza, del suo futuro in ascesa, i successi che l'azienda ha intenzione di lograre, di quelli gia realizzati, d’implementazione di nuove tecnologie all'avanguardia che gli consentano di imparare nuovi concetti e sviluppare le loro capacita'.
Tutto cio’ rendono i tailandesi fieri di far parte di essa.
L'azienda deve essere vista come "sincera" - il cui significato diverge molto da quello occidentale - infatti per i tailandesi l'azienda deve possedere forti e consolidate politiche di paga, benefici e stabilita' di carriera. Oltre a queste, obiettivi organizzativi, eventi e cambi di direzione aziendale devono essere chiaramente comunicati dal capo dell'azienda(inteso come "capo di famiglia”) a tutti i livelli dell'organizzazione. Infatti molti lavoratori rispondono positivamente a questo concetto di sincerita' del capo di famiglia (managing Director): come una persona che si mostra gentile, amichevole, con volonta' di prendersi cura dei propri "membri della famiglia".
A livello manageriale invece e' necessario mostrare loro il percorso d'avanzamento nell'organizzazione e come ognuno di loro possono arrivarci con duro lavoro, fedelta' e sincerita'. Chiaramente anche qui i tailandesi puntano molto sulla meritocrazia in base ai risultati, pero' e' fondamentale per loro il riconoscimento, da parte dell'azienda, di fedelta' nei confronti di essa. Questo percorso d'avanzamento deve essere mostrato fino all'apice dell'organizzazione dove solo i " manager farangs" (manager stranieri) potranno essere al di sopra di loro.
Se un'azienda ha anche una forte propensione alla formazione, questo sara' molto enfatizzato dai tailandesi come un posto di lavoro con forti valori di sviluppo personale e di conoscenze. Questo generera' una forte attrazione sia interni che esterni all'azienda (inteso come mercato del lavoro).
4. PRESTIGIO PERSONALE
Per alcuni tailandesi, specialmente quelli che provengono da ricche famiglie con un alta educazione e posizionati a livello manageriale, il denaro non e' cosi importante come il prestigio personale. Infatti per loro e' molto piu' importante l'immagine dell'azienda in cui lavorano, la lussuriosa auto aziendale, l'ampio numero di subordinati che riportano a lui e la propria "nomina" tra i diversi collegi e subordinati all'interno dell'organizzazione.
Quindi e' molto importante il "prestigio del titolo" che ricopre un forte elemento di riconoscimento da parte dei subordinati e colleghi. La mancanza di questo elemento nell'organizzazione puo' generare la perdita di manager tailandesi di qualita' per i risultati aziendali.
5. L'AMBIENTE DI LAVORO
L'ambiente di lavoro per tailadesi, deve essere un ambiente cosi caloroso che devono sentirsi come a casa loro, per essere considerato un elemento di motivazione del dipendente. Infatti non e' un caso che 80% del loro tempo viene impiegato sul posto di lavoro, quindi le persone vogliono "sentirsi a casa" come in una grande famiglia dove tutti lavorano, discutono e pranzano in grande armonia. La condivisione e' la chiave di successo per creare un ambiente di lavoro di successo.
Questo concetto molte volte non viene capito da parte del management occidentale il quale ha nella propria mente solo il fatto di implementare sistemi di performance con un alta propensione a spingere i subordinati solo e solamente ai risultati. Chiaramente tutto questo genera un effetto contrario nei confronti del tailandese (che si fermano completamente) e che alla fine porta il manager straniero a fallire miseramente nella sua missione di "cambiare il mondo".
Riuscire a raggiungere questi 5 punti in modo consente al manager in Tailandia di generare una fortissima attrazione che porta i propri subordinati a fare qualsiasi cosa per il proprio manager e per la propria azienda.
Raggiungere Obiettivi in Tailandia
• Motivazione,
• Senso di completamento delle attivita' secondo le scadenze,
• Delegare e dare responsabilita',
• Valutazione, disciplina e criticismo costruttivo
• ed infine Creare un team inter-dipartimentale.
Andiamo a trattare ognuno di questi punti nello specifico cercando di toccare i punti chiave della cultura da considerare, per poter realizzare gli obiettivi prefissati.
06 giugno 2009
IL CONCETTO DI "POTERE DEL CAPO"
La maggior parte dei tailandesi accetta di per se' il fatto che ci siano persone in societa' la quale meritino il potere. La religione ha un influenza abbastanza forte in questo concetto, infatti tutto si basa sul fatto che queste persone abbiano guadagnato questo potere nelle vite precendenti. Quindi la societa' e' costituita secondo classi sociali che a sua volta basate sui meriti guadagnati nelle vite precendenti. Si arriva cosi alla conclusione che coloro che hanno il potere lo meritano.
Secondo questo concetto l'accettazione da parte dei subordinati diventa molto piu' semplice perche' e' gia' tutto designato secondo un ordine della natura.
Il problema nasce quando una persona diventa capo attraverso una scalata di classe sociale, in quel caso per questa persona sara' molto piu' difficile guadagnare un potere credibile e accettabile da parte dei subordinati.
In questo contesto il manager straniero copre una posizione di vantaggio nella mente del tailandese dato che viene considerato in automatico in una posizione superiore rispetto alla loro; questa accettazione deriva dal fatto che lo straniero arrivando dal oltreoceano (nella sede centrale) abbia un potere e una' conoscenza superiore che gli da' credibilita' e accettazione. Egli e' visto come rappresentante dell' "AZIENDA" o del Patrone stesso. Questo fenomeno viene enfatizzato da una naturale tendenza all'ammirazione del tailandese nei confronti delle capacita' straniere.
Essendo la societa' Tailandese, basata sul concetto di monarchia assoluta dove il Re e' sempre stato temuto e adorato, essi continuano ad aspettarsi dai propri leaders (in politica, esercito, aziende ed altre instituzioni) un forte senso di autoritarismo e di benevolenza, secondo il modello del monarca.
Sono 2 gli elementi base del concetto di Capo in Tailandia: Phradet (l'esercizio tradizionale di autorita' e insegnamento) e Phrakhun (il concetto di PADRE PADRONE).
Andiamoli a vedere nel dettaglio:
A- PHRADET
1 - Esercizio tradizionale di Autorita': il capo deve prendere decisioni, essendo capo e' intrinseco il fatto che sia qualificato per farlo. Nel sistema tradizionale tailandese infatti la maggior parte dei problemi vengono passati ai superiori di livello piu' alto e piu' anziani. Cio' chiaramente determina un sistema piramidale accentratore dove chi sta alla base della piramide, ha un potere decisionale quasi nullo.
Non e' un caso che nelle aziende tailandesi comunemente le decisioni vengono prese in modo individuale (dal capo) e non in modo condiviso (Team).
Bisogna fare attenzione ad una sfaccettatura non indifferente che fa la differenza: il capo ha il dovere, secondo la cultura tailandese, di decidere in modo autoritario in base alle proprie idee; pero' questo non significa che lo deve fare senza chiedere l'opinione del proprio team. Infatti la differenza sta proprio li': bisogna chiedere il parere del proprio team (come gesto di cortesia piu' che come reale richiesta di diversi punti di vista). Il fatto di non chiedere l'opinione del team genera tra i subordinati un atmosfera di non considerazione da parte del proprio capo che rende questo comportamento (dittatoriale, chiamato "phu phadetkan") inaccettabile nei loro confronti. Questa distinzione marca la differenza tra il significato di autoritarismo e dittatorialismo.
2 - Conoscenza di tutto & insegnamento: Siccome il manager/leader tailandese ha un potere molto piu vasto di quello di un'organizzazione occidentale, ci si aspetta da lui un livello di conoscenza a 360 gradi in tutte le aree che gli consenta a sua volta di giustificare la propria posizione nel dipartimento e di formare continuamente tutti i membri del proprio team. Normalmente la situazione e' differente per un manager europeo, dove la prassi e' di affiancarsi diversi esperti di area in modo da delegare la funzioni di area e di potersi concentrare sulla funzione chiave di manager per cui viene pagato.
B- PHRAKHUN
Funzione di Capo di Famiglia: il capo tailandese ha nelle proprie mani un grosso potere e una forte autorita' accompagnata da un alta responsibilita' per le vite personali dei propri subordinati, intesa proprio come figura di padre di famiglia.
Di fatti per il capo tailandese parlare e discutere con i propri subordinati delle loro vite personali e dei loro problemi e' abbastanza comune come pratica.La ragione chiave e' che i problemi personali potrebbero o stanno influenzando la resa dei risultati sul lavoro. Viceversa in Europa, cio' risulta inaccettabile per motivi di privacy della persona.
COME ESSERE UN CAPO DI SUCCESSO IN TAILANDIA
Ci sono alcuni caratteri considerati fondamentali dai tailandesi per poter rispettare una persona come loro capo.
Sono 3 i punti chiave che deve coprire un manager in Tailandia per avere successo:
- Deve guadagnare la loro amicizia per poter avere la loro fiducia.
- Deve guadagnare il loro rispetto. Per far cio' e' indispensabile che egli abbia una posizione di anzianita' o avere un livello gerarchico piu' alto il cui potere potrebbe mettere a repentaglio la loro posizione/posto di lavoro.
- Deve metterli in condizioni che siano in debito (morale) con te. Mostrarsi ai loro occhi una persona che sia propensa ad aiutarli (attraverso i favori) che si sacrifica per loro. Loro penseranno che il loro capo e' una persona sincera che da' tanto per loro e quindi si sentiranno obbligati nei suoi confronti.
In questo modo i subordinati temeranno il loro capo ma allo stesso tempo si sentiranno obbligati nei suoi confronti. In questo modo loro faranno di tutto per il loro leader.
Per quanto riguarda una posizione di leadership, l'accettazione del capo parte dal presupposto che per tradizione, il tailandese accetta in modo incondizionato (senza fare molte domande) la persona che viene sovraposta ufficialmente a loro, chiamata: il loro CAPO.
04 giugno 2009
La lingua Tailandese
